Perché
ultimamente si è parlato del romanzo «1984» di George Orwell? Non per il solo
piacere di leggere, ma perché espone cose che ragionano sul mondo in cui
viviamo. Orwell scrisse di un mondo in cui «la guerra è pace» e «l’ ignoranza è
forza», di un Grande Fratello che controlla la vita e i pensieri della gente,
con la trasmissione dell’ informazione. Il Grande Fratello controlla ciò che la
gente legge e ascolta: riempiendo la testa delle persone di pettegolezzi e
stupidaggini, queste parleranno solo di ciò. In «1984» vi sono dipartimenti e
fabbriche che lavorano sempre e in cui «si producono giornali spazzatura che
parlano soltanto di sport, cronaca nera e astrologia, film che trasudano sesso
e canzonette sentimentali».
Il
Grande Fratello muta il senso delle parole e riscrive la storia, controllando
il presente della gente. Suona attuale? Hanno censurato Peter Pan, «Il diario
di Anna Frank» e «Il buio oltre la siepe», poi si è abbattuta la statua di
Cristoforo Colombo. La maggior parte dei libri vittima della cultura della
cancellazione sono quelli che trattano del passato razzista degli Stati Uniti.
E non è proprio un caso che «1984» sia stato sconsigliato agli studenti, perché
«contiene materiale che potrebbe essere sconfortante e pericoloso». Ed è vero:
è pericoloso per lo status quo ma benefico per i giovani, che leggendolo possono
fare come il protagonista Winston Smith, pensando autonomamente e quindi minacciando
la forza di governi, potenti e Grandi Fratelli di oggi!
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