La
recente morte di Papa Francesco e la conseguente elezione di Papa Leone XIV hanno
portato alla discussione del conclave, il voto da parte dei cardinali del nuovo
Santo Padre alla guida della Chiesa cattolica. E’ una tra le più importanti e
affascinanti procedure delle istituzioni pontificie, vista con particolare
curiosità a causa dell’ alone di mistero che la avvolge, alimentandone la
misticità. In esso, ogni forma di influenza esterna è vietata: nessuno può
proporre candidati, promettere voti o stringere accordi prima o durante il suo
corso, così come sono proibiti i patti in cui i cardinali si impegnano ad agire
in un certo modo nel caso vengano eletti. Qualsiasi tentativo da parte di
governi, gruppi di potere o singole persone di condizionare l’ elezione è
considerato una grave interferenza e comporta la scomunica, e non esistono
statistiche ufficiali sul numero di voti con cui sono stati eletti in passato i
pontefici, solo determinate indiscrezioni.
Ogni
volta che si deve identificare il successore di San Pietro, primo Papa scelto
personalmente da Cristo secondo la tradizione cattolica, una vasta folla di
fedeli provenienti da tutto il mondo si raduna in Piazza San Pietro per
assistere alla fatidica fumata bianca, indice dell’ avvenuto responso da parte
dell’ assemblea dei cardinali votanti. Nei giorni della sede vacante, gli alti
dignitari del Vaticano affermano che il conclave sarà animato dallo Spirito
Santo, che sceglierà per mezzo dei cardinali «un saggio, un santo, una persona che
guiderà il popolo di Dio lungo la via della fede e della misericordia».
Tuttavia, poiché la Chiesa cattolica è un’ istituzione millenaria e diffusa in
tutto il mondo, e che peraltro ha avuto per tanti secoli un suo regno che
ricopriva una vasta zona della penisola italiana su cui ha esercitato un forte
potere politico, che tuttora vanta sia sul moderno Stato italiano che su altri,
europei e non, è evidente che la realtà del conclave sia ben più complessa e
meno romantica: la scelta di un Papa è qualcosa che richiede un’ attenzione del
tutto particolare, una mossa fermamente condizionata dalla realtà del momento
della Chiesa, che tiene conto della provenienza dei singoli cardinali elettori
e papabili, delle varie interpretazioni a cui il Cattolicesimo è soggetto e
dello scenario diplomatico internazionale…
Il
conclave, dal latino cum clave, ossia
«chiusi a chiave», avviene a porte chiuse nella Cappella Sistina secondo un
preciso cerimoniale, ed è preceduto da rituali secolari, dei quali il mondo
esterno vede soprattutto la fumata dal comignolo, nera o bianca. Prima che
inizi, sono previsti alcuni passaggi e formule liturgiche, codificati nelle
varie norme stabilite dai Papi che si sono avvicendati nel corso della storia,
uno dei quali è il passaggio di consegne tra le varie sezioni della Segreteria
di Stato e il Camerlengo, che ha la responsabilità di gestire gli affari
correnti in sede vacante, il periodo di assenza del Papa. Tra i rituali
simbolici fondamentali che il Camerlengo deve officiare nel periodo precedente
al conclave ci sono la distruzione dell’ Anello del Pescatore, di cui ogni Papa
è dotato e che raffigura San Pietro mentre getta una rete in qualità di «pescatore
di uomini», e del Sigillo di Piombo, usato nei documenti più importanti per
rappresentare i fondatori della Chiesa di Roma, gli apostoli Pietro e Paolo, con
il nome del Papa che emana la bolla scritto nel retro. Un altro importante
incarico del Camerlengo consiste nella chiusura delle stanze papali tramite
appositi sigilli, per tenere al sicuro i documenti presenti fino a quando il
nuovo Papa non prenderà possesso delle stanze. Il conclave inizia tra i
quindici e i venti giorni dall’ inizio della sede vacante, ma anche prima se
sono presenti in Vaticano tutti i cardinali votanti. Non tutto il collegio
cardinalizio, cioè l’ insieme dei cardinali della Chiesa cattolica, può
partecipare al conclave, ma solo gli elettori, che hanno meno di ottant’ anni,
in ottemperanza ad una decisione presa da Paolo VI nel 1970. Secondo la
tradizione, il Papa è sempre scelto tra i cardinali, benché nulla impedisca di
nominare un sacerdote o persino un laico purché uomo, battezzato e celibe, condizioni
che valgono anche per la nomina a vescovo. Nel giorno prefissato, il conclave
comincia formalmente al mattino con una messa concelebrata da tutti i cardinali
elettori nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, gli stessi cardinali si
riuniscono nel Palazzo Apostolico, nella Cappella Paolina, per cominciare
insieme ad altri prelati una processione verso la Cappella Sistina intonando le
Litanie dei Santi, preghiere che fanno parte della tradizione cristiana da
molti secoli.
Tutte
le operazioni di voto vengono svolte nella Cappella Sistina, che al momento del
conclave è chiusa al pubblico già da diversi giorni e che deve essere già stata
bonificata per eliminare qualsiasi strumento di comunicazione con l’ esterno, con
i banchi per i cardinali elettori e la grande stufa in cui saranno bruciati i
fogli dopo ogni votazione già montati. Il conclave è presieduto dal Decano del
collegio cardinalizio, e dopo il lungo giuramento che pronuncia chiamando i
cardinali a rispettare i vincoli della Costituzione apostolica, il Maestro
delle celebrazioni liturgiche pontificie pronuncia la frase latina extra omnes, «fuori tutti»: è il momento
in cui tutte le persone che non hanno titolo per votare devono uscire dalla
Sistina. Anche il personale ammesso negli ambienti del Conclave, come
cerimonieri, religiosi, medici e addetti ai servizi, deve restare all’ interno
delle aree riservate e viene scelto e approvato in anticipo. Tutti devono
prestare un giuramento solenne di assoluto segreto su tutto ciò che riguarda lo
svolgimento dell’ elezione, in particolare i voti e gli scrutini. Violare
questo segreto comporta la scomunica automatica, che non richiede una
dichiarazione ufficiale.
Dal
1996, con la riforma costituzionale di Papa Giovanni Paolo II, l’ elezione del Santo
Padre può avvenire soltanto tramite scrutinio, cioè con il voto, ed è segreto:
per procedere all’ elezione servono i due terzi dei voti dei presenti. In
passato, benché fossero casi molto rari, erano possibili anche l’ elezione per
acclamazione e quella per compromissum,
attraverso cioè un ristretto gruppo di cardinali delegati in caso di ostacolo.
Durante
il conclave sono tradizionalmente previste quattro votazioni al giorno, due la
mattina e due il pomeriggio. Il primo giorno si tiene una sola votazione, di
pomeriggio, dopo le altre cerimonie. Prima di ogni votazione vengono scelti tre
scrutatori, tre revisori e tre incaricati di raccogliere le schede con i voti
espressi da eventuali cardinali infermi presso la residenza Santa Marta, l’ edificio
alberghiero che ospita i cardinali per tutto il periodo del conclave, nel cuore
del Vaticano. Su una scheda che riceve prima di ogni votazione, ciascun
cardinale scrive il nome della persona che vuole fare diventare Papa, nello spazio
sotto la scritta latina Eligo in Summum
Pontificem. Dopo ogni votazione, gli scrutatori contano le schede per
verificare che il numero coincida con quello dei cardinali elettori: se non è
così, tutte le schede vengono bruciate senza spoglio. Se il numero coincide, si
procede allo spoglio: due scrutatori leggono il nome su ogni scheda, e il terzo
lo legge a voce alta e fora la scheda per farci passare un filo attraverso, in
modo da formare una specie di collana. Se il quorum non viene raggiunto si procede
subito a una seconda votazione, che sia di mattina o di pomeriggio, senza
ripetere il giuramento e mantenendo gli stessi scrutatori e revisori. Se il
quorum viene raggiunto, l’ elezione del nuovo Papa è ritenuta valida. Sia in un
caso che nell’ altro, tutte le schede e gli altri documenti prodotti durante le
votazioni vengono bruciati nella stufa montata all’ interno della Sistina.
Data
l’ assenza di comunicazioni con l’ esterno della Cappella, il colore del fumo
che esce dal comignolo collocato sul tetto è il primo segno dell’ esito delle
votazioni dei cardinali. Se questi non hanno ancora eletto il Papa, i documenti
vengono bruciati insieme a una sostanza che genera una fumata nera. Se invece è
stato eletto, la fumata è bianca. Le schede sono bruciate ogni due votazioni, e
ci sono quindi due fumate al giorno: una alla fine della mattina, intorno a
mezzogiorno, e una nel tardo pomeriggio, intorno alle 19:00. Possono però
arrivare prima, a metà mattina o a metà pomeriggio, nel caso in cui si arrivi
all’elezione del papa con la prima votazione. Se l’ elezione non avviene entro
il trentaquattresimo scrutinio, quindi dopo nove giorni, si procede al
ballottaggio tra i due cardinali che hanno ricevuto più consensi nello
scrutinio precedente.
Quando
finisce uno scrutinio in cui un papabile supera i due terzi dei voti, il Decano
o il primo dei cardinali per ordine e anzianità chiede al neoeletto se accetta
l’ elezione e quale nome pontificale ha scelto. Dopo l’ accettazione e la
scelta del nome, i cardinali si avvicinano a lui per promettergli obbedienza. Solo
a quel punto tutte le schede vengono bruciate con l’ aggiunta di paglia umida e
altre sostanze, con il fumo che diventa bianco per segnalare l’ avvenuta
elezione.
Indossati
i paramenti bianchi nella sacrestia della Sistina, il nuovo Papa rientra poi in
Cappella per una breve cerimonia con i cardinali. Il conclave si conclude dopo
che viene intonato il Te Deum e tutti escono dalla Sistina. Dopo l’ elezione,
il Santo Padre si presenta in pubblico affacciandosi alla grande finestra della
loggia delle benedizioni della Basilica di San Pietro, preceduto dal cardinale
protodiacono che annuncia ai fedeli: «Annuntio
vobis gaudium magnum: habemus papam!», «Vi annuncio una grande gioia:
abbiamo il papa!».
Dietro
la facciata solenne e spirituale, il Conclave sembra un partito politico, tra
correnti e temi divisivi. I cardinali che scelgono il nuovo Papa si dividono in
varie correnti e l’ esito del voto dipende da dinamiche interne alla Santa Sede,
spesso imprevedibili. Come avviene nei partiti, anche nel conclave esistono
varie correnti, che esprimono visioni diverse sul futuro della Chiesa cattolica.
Sulla base di alcuni indizi, è comunque sempre possibile intuire quali
orientamenti potrebbero prevalere nella scelta del Papa futuro. Il potere di
nominare i cardinali spetta allo stesso pontefice: l’ assoluta discrezionalità
con cui può effettuare le nomine permette al pontefice in carica di
influenzare, in parte, l’ esito del conclave che eleggerà il suo successore. In
termini «partitici», li si potrebbe paragonare a un collegio di grandi elettori
scelti in larga parte dal segretario uscente, chiamati ora a decidere la linea
futura del movimento. Ma i numeri da soli non bastano a prevedere l’ esito di
un conclave: per interpretarne le dinamiche, alcuni osservatori preferiscono
distinguere tra chi vuole proseguire il cammino avviato dal Papa defunto e chi
intende segnare una discontinuità.
Al
di là delle provenienze geografiche, le differenze principali riguardano la
visione futura della Chiesa cattolica: guidarla, infatti, significa fare scelte
di campo su una serie di temi, politici e non. In questi anni, la Santa Sede si
è molto interrogata, per esempio, sulla possibile apertura delle donne al
diaconato, al sacerdozio e all’ episcopato, sulla benedizione delle coppie
omosessuali, e sulla possibilità di rendere facoltativo il celibato dei sacerdoti.
Oltre agli affari interni, la Chiesa dibatte anche sul suo posizionamento circa
i temi più politici, come la lotta ai cambiamenti climatici e i rapporti con la
Repubblica Popolare Cinese, dove vivono milioni di fedeli cristiani nonostante
lo Stato sia ufficialmente ateo. Quando si elegge un Papa bisogna tenere conto
della situazione politica internazionale, e in questi anni in particolare dell’
avanzata del conservatorismo di Destra in tante parti dell’ Occidente.
Come
in un partito alla vigilia di un congresso, il dibattito sui «temi di programma»
misura il peso delle varie correnti, ma a differenza di qualunque altro
congresso politico, nessuno dei cardinali presenta mai una candidatura
ufficiale né un programma formale: la regola stabilisce che lo Spirito Santo
ispiri la scelta e il silenzio sostituisce la campagna elettorale. Come
funziona quindi la «legge elettorale» per nominare il nuovo Papa? I cardinali
votanti, e quindi votabili, si limitano a dire: «Io non sono degno.». Quando
iniziano gli incontri informali per discutere l’ argomento, il cardinale a cui
viene espressa la preferenza ringrazia ma declina l’ offerta facendo il nome di
un altro papabile, preferibilmente fornendo una motivazione e frattanto
lasciando intendere la propria visione personale, contando di ottenere la
riconoscenza sua e di coloro che lo appoggiano: è tutto un gioco di
sottigliezze e formalità.
L’
elezione di un Papa è l’ evento più complesso e importante nel panorama della
Chiesa cattolica, reso affascinante tanto dal segreto a cui è soggetto quanto
dall’ atmosfera di misticismo derivante dalle sacre scritture cristiane. Ne è
un esempio il versetto del Vangelo di Matteo 16,18-19: «E io ti dico: tu sei
Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non
prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto
ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai
sulla terra sarà sciolto nei cieli.». E nello stesso Vangelo, il versetto 28,20
narra del grande mandato che Gesù trasmette agli apostoli di cui il Papa è
ritenuto successore ed erede: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla
fine del mondo.».
Tuttavia,
occorre comprendere che un conclave è un evento che nel suo rigido isolamento cela
implicazioni storiche e politiche, culturali e sociali non da poco, frutto di discussioni
tra i cardinali elettori che si concentrano su temi decisivi come la gestione
delle sfide interne alla Chiesa, il dialogo con le altre religioni, la
giustizia sociale e la riforma della Curia. Le alleanze tra i cardinali sono
determinanti per l’ esito dell’ elezione, con possibili compromessi tra le
diverse fazioni. La presenza di molti cardinali provenienti da regioni lontane
da Roma può portare a una maggiore influenza delle realtà locali nella scelta
del nuovo Papa. Rappresenta un momento di transizione per la Chiesa cattolica,
chiamata a scegliere una nuova guida in un contesto di cambiamento e sfide mondiali.
La composizione internazionale del collegio cardinalizio e le diverse
sensibilità in gioco rendono l’ esito del voto sempre imprevedibile. Un’
ovvietà tipica del mondo umano, che la Chiesa occulta abilmente citando le vie
misteriose dello Spirito Santo, che nella sua indubitabile provvidenza
indicherà una figura che possa unire le diverse anime del Cattolicesimo e
guidare la Chiesa nel futuro con saggezza e compassione.
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