mercoledì 28 maggio 2025

Chiusi a chiave


La recente morte di Papa Francesco e la conseguente elezione di Papa Leone XIV hanno portato alla discussione del conclave, il voto da parte dei cardinali del nuovo Santo Padre alla guida della Chiesa cattolica. E’ una tra le più importanti e affascinanti procedure delle istituzioni pontificie, vista con particolare curiosità a causa dell’ alone di mistero che la avvolge, alimentandone la misticità. In esso, ogni forma di influenza esterna è vietata: nessuno può proporre candidati, promettere voti o stringere accordi prima o durante il suo corso, così come sono proibiti i patti in cui i cardinali si impegnano ad agire in un certo modo nel caso vengano eletti. Qualsiasi tentativo da parte di governi, gruppi di potere o singole persone di condizionare l’ elezione è considerato una grave interferenza e comporta la scomunica, e non esistono statistiche ufficiali sul numero di voti con cui sono stati eletti in passato i pontefici, solo determinate indiscrezioni.

Ogni volta che si deve identificare il successore di San Pietro, primo Papa scelto personalmente da Cristo secondo la tradizione cattolica, una vasta folla di fedeli provenienti da tutto il mondo si raduna in Piazza San Pietro per assistere alla fatidica fumata bianca, indice dell’ avvenuto responso da parte dell’ assemblea dei cardinali votanti. Nei giorni della sede vacante, gli alti dignitari del Vaticano affermano che il conclave sarà animato dallo Spirito Santo, che sceglierà per mezzo dei cardinali «un saggio, un santo, una persona che guiderà il popolo di Dio lungo la via della fede e della misericordia». Tuttavia, poiché la Chiesa cattolica è un’ istituzione millenaria e diffusa in tutto il mondo, e che peraltro ha avuto per tanti secoli un suo regno che ricopriva una vasta zona della penisola italiana su cui ha esercitato un forte potere politico, che tuttora vanta sia sul moderno Stato italiano che su altri, europei e non, è evidente che la realtà del conclave sia ben più complessa e meno romantica: la scelta di un Papa è qualcosa che richiede un’ attenzione del tutto particolare, una mossa fermamente condizionata dalla realtà del momento della Chiesa, che tiene conto della provenienza dei singoli cardinali elettori e papabili, delle varie interpretazioni a cui il Cattolicesimo è soggetto e dello scenario diplomatico internazionale…


Il conclave, dal latino cum clave, ossia «chiusi a chiave», avviene a porte chiuse nella Cappella Sistina secondo un preciso cerimoniale, ed è preceduto da rituali secolari, dei quali il mondo esterno vede soprattutto la fumata dal comignolo, nera o bianca. Prima che inizi, sono previsti alcuni passaggi e formule liturgiche, codificati nelle varie norme stabilite dai Papi che si sono avvicendati nel corso della storia, uno dei quali è il passaggio di consegne tra le varie sezioni della Segreteria di Stato e il Camerlengo, che ha la responsabilità di gestire gli affari correnti in sede vacante, il periodo di assenza del Papa. Tra i rituali simbolici fondamentali che il Camerlengo deve officiare nel periodo precedente al conclave ci sono la distruzione dell’ Anello del Pescatore, di cui ogni Papa è dotato e che raffigura San Pietro mentre getta una rete in qualità di «pescatore di uomini», e del Sigillo di Piombo, usato nei documenti più importanti per rappresentare i fondatori della Chiesa di Roma, gli apostoli Pietro e Paolo, con il nome del Papa che emana la bolla scritto nel retro. Un altro importante incarico del Camerlengo consiste nella chiusura delle stanze papali tramite appositi sigilli, per tenere al sicuro i documenti presenti fino a quando il nuovo Papa non prenderà possesso delle stanze. Il conclave inizia tra i quindici e i venti giorni dall’ inizio della sede vacante, ma anche prima se sono presenti in Vaticano tutti i cardinali votanti. Non tutto il collegio cardinalizio, cioè l’ insieme dei cardinali della Chiesa cattolica, può partecipare al conclave, ma solo gli elettori, che hanno meno di ottant’ anni, in ottemperanza ad una decisione presa da Paolo VI nel 1970. Secondo la tradizione, il Papa è sempre scelto tra i cardinali, benché nulla impedisca di nominare un sacerdote o persino un laico purché uomo, battezzato e celibe, condizioni che valgono anche per la nomina a vescovo. Nel giorno prefissato, il conclave comincia formalmente al mattino con una messa concelebrata da tutti i cardinali elettori nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, gli stessi cardinali si riuniscono nel Palazzo Apostolico, nella Cappella Paolina, per cominciare insieme ad altri prelati una processione verso la Cappella Sistina intonando le Litanie dei Santi, preghiere che fanno parte della tradizione cristiana da molti secoli.

Tutte le operazioni di voto vengono svolte nella Cappella Sistina, che al momento del conclave è chiusa al pubblico già da diversi giorni e che deve essere già stata bonificata per eliminare qualsiasi strumento di comunicazione con l’ esterno, con i banchi per i cardinali elettori e la grande stufa in cui saranno bruciati i fogli dopo ogni votazione già montati. Il conclave è presieduto dal Decano del collegio cardinalizio, e dopo il lungo giuramento che pronuncia chiamando i cardinali a rispettare i vincoli della Costituzione apostolica, il Maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie pronuncia la frase latina extra omnes, «fuori tutti»: è il momento in cui tutte le persone che non hanno titolo per votare devono uscire dalla Sistina. Anche il personale ammesso negli ambienti del Conclave, come cerimonieri, religiosi, medici e addetti ai servizi, deve restare all’ interno delle aree riservate e viene scelto e approvato in anticipo. Tutti devono prestare un giuramento solenne di assoluto segreto su tutto ciò che riguarda lo svolgimento dell’ elezione, in particolare i voti e gli scrutini. Violare questo segreto comporta la scomunica automatica, che non richiede una dichiarazione ufficiale.

Dal 1996, con la riforma costituzionale di Papa Giovanni Paolo II, l’ elezione del Santo Padre può avvenire soltanto tramite scrutinio, cioè con il voto, ed è segreto: per procedere all’ elezione servono i due terzi dei voti dei presenti. In passato, benché fossero casi molto rari, erano possibili anche l’ elezione per acclamazione e quella per compromissum, attraverso cioè un ristretto gruppo di cardinali delegati in caso di ostacolo.


Durante il conclave sono tradizionalmente previste quattro votazioni al giorno, due la mattina e due il pomeriggio. Il primo giorno si tiene una sola votazione, di pomeriggio, dopo le altre cerimonie. Prima di ogni votazione vengono scelti tre scrutatori, tre revisori e tre incaricati di raccogliere le schede con i voti espressi da eventuali cardinali infermi presso la residenza Santa Marta, l’ edificio alberghiero che ospita i cardinali per tutto il periodo del conclave, nel cuore del Vaticano. Su una scheda che riceve prima di ogni votazione, ciascun cardinale scrive il nome della persona che vuole fare diventare Papa, nello spazio sotto la scritta latina Eligo in Summum Pontificem. Dopo ogni votazione, gli scrutatori contano le schede per verificare che il numero coincida con quello dei cardinali elettori: se non è così, tutte le schede vengono bruciate senza spoglio. Se il numero coincide, si procede allo spoglio: due scrutatori leggono il nome su ogni scheda, e il terzo lo legge a voce alta e fora la scheda per farci passare un filo attraverso, in modo da formare una specie di collana. Se il quorum non viene raggiunto si procede subito a una seconda votazione, che sia di mattina o di pomeriggio, senza ripetere il giuramento e mantenendo gli stessi scrutatori e revisori. Se il quorum viene raggiunto, l’ elezione del nuovo Papa è ritenuta valida. Sia in un caso che nell’ altro, tutte le schede e gli altri documenti prodotti durante le votazioni vengono bruciati nella stufa montata all’ interno della Sistina.

Data l’ assenza di comunicazioni con l’ esterno della Cappella, il colore del fumo che esce dal comignolo collocato sul tetto è il primo segno dell’ esito delle votazioni dei cardinali. Se questi non hanno ancora eletto il Papa, i documenti vengono bruciati insieme a una sostanza che genera una fumata nera. Se invece è stato eletto, la fumata è bianca. Le schede sono bruciate ogni due votazioni, e ci sono quindi due fumate al giorno: una alla fine della mattina, intorno a mezzogiorno, e una nel tardo pomeriggio, intorno alle 19:00. Possono però arrivare prima, a metà mattina o a metà pomeriggio, nel caso in cui si arrivi all’elezione del papa con la prima votazione. Se l’ elezione non avviene entro il trentaquattresimo scrutinio, quindi dopo nove giorni, si procede al ballottaggio tra i due cardinali che hanno ricevuto più consensi nello scrutinio precedente.


Quando finisce uno scrutinio in cui un papabile supera i due terzi dei voti, il Decano o il primo dei cardinali per ordine e anzianità chiede al neoeletto se accetta l’ elezione e quale nome pontificale ha scelto. Dopo l’ accettazione e la scelta del nome, i cardinali si avvicinano a lui per promettergli obbedienza. Solo a quel punto tutte le schede vengono bruciate con l’ aggiunta di paglia umida e altre sostanze, con il fumo che diventa bianco per segnalare l’ avvenuta elezione.

Indossati i paramenti bianchi nella sacrestia della Sistina, il nuovo Papa rientra poi in Cappella per una breve cerimonia con i cardinali. Il conclave si conclude dopo che viene intonato il Te Deum e tutti escono dalla Sistina. Dopo l’ elezione, il Santo Padre si presenta in pubblico affacciandosi alla grande finestra della loggia delle benedizioni della Basilica di San Pietro, preceduto dal cardinale protodiacono che annuncia ai fedeli: «Annuntio vobis gaudium magnum: habemus papam!», «Vi annuncio una grande gioia: abbiamo il papa!».


Dietro la facciata solenne e spirituale, il Conclave sembra un partito politico, tra correnti e temi divisivi. I cardinali che scelgono il nuovo Papa si dividono in varie correnti e l’ esito del voto dipende da dinamiche interne alla Santa Sede, spesso imprevedibili. Come avviene nei partiti, anche nel conclave esistono varie correnti, che esprimono visioni diverse sul futuro della Chiesa cattolica. Sulla base di alcuni indizi, è comunque sempre possibile intuire quali orientamenti potrebbero prevalere nella scelta del Papa futuro. Il potere di nominare i cardinali spetta allo stesso pontefice: l’ assoluta discrezionalità con cui può effettuare le nomine permette al pontefice in carica di influenzare, in parte, l’ esito del conclave che eleggerà il suo successore. In termini «partitici», li si potrebbe paragonare a un collegio di grandi elettori scelti in larga parte dal segretario uscente, chiamati ora a decidere la linea futura del movimento. Ma i numeri da soli non bastano a prevedere l’ esito di un conclave: per interpretarne le dinamiche, alcuni osservatori preferiscono distinguere tra chi vuole proseguire il cammino avviato dal Papa defunto e chi intende segnare una discontinuità.

Al di là delle provenienze geografiche, le differenze principali riguardano la visione futura della Chiesa cattolica: guidarla, infatti, significa fare scelte di campo su una serie di temi, politici e non. In questi anni, la Santa Sede si è molto interrogata, per esempio, sulla possibile apertura delle donne al diaconato, al sacerdozio e all’ episcopato, sulla benedizione delle coppie omosessuali, e sulla possibilità di rendere facoltativo il celibato dei sacerdoti. Oltre agli affari interni, la Chiesa dibatte anche sul suo posizionamento circa i temi più politici, come la lotta ai cambiamenti climatici e i rapporti con la Repubblica Popolare Cinese, dove vivono milioni di fedeli cristiani nonostante lo Stato sia ufficialmente ateo. Quando si elegge un Papa bisogna tenere conto della situazione politica internazionale, e in questi anni in particolare dell’ avanzata del conservatorismo di Destra in tante parti dell’ Occidente.


Come in un partito alla vigilia di un congresso, il dibattito sui «temi di programma» misura il peso delle varie correnti, ma a differenza di qualunque altro congresso politico, nessuno dei cardinali presenta mai una candidatura ufficiale né un programma formale: la regola stabilisce che lo Spirito Santo ispiri la scelta e il silenzio sostituisce la campagna elettorale. Come funziona quindi la «legge elettorale» per nominare il nuovo Papa? I cardinali votanti, e quindi votabili, si limitano a dire: «Io non sono degno.». Quando iniziano gli incontri informali per discutere l’ argomento, il cardinale a cui viene espressa la preferenza ringrazia ma declina l’ offerta facendo il nome di un altro papabile, preferibilmente fornendo una motivazione e frattanto lasciando intendere la propria visione personale, contando di ottenere la riconoscenza sua e di coloro che lo appoggiano: è tutto un gioco di sottigliezze e formalità.


L’ elezione di un Papa è l’ evento più complesso e importante nel panorama della Chiesa cattolica, reso affascinante tanto dal segreto a cui è soggetto quanto dall’ atmosfera di misticismo derivante dalle sacre scritture cristiane. Ne è un esempio il versetto del Vangelo di Matteo 16,18-19: «E io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli.». E nello stesso Vangelo, il versetto 28,20 narra del grande mandato che Gesù trasmette agli apostoli di cui il Papa è ritenuto successore ed erede: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.».

Tuttavia, occorre comprendere che un conclave è un evento che nel suo rigido isolamento cela implicazioni storiche e politiche, culturali e sociali non da poco, frutto di discussioni tra i cardinali elettori che si concentrano su temi decisivi come la gestione delle sfide interne alla Chiesa, il dialogo con le altre religioni, la giustizia sociale e la riforma della Curia. Le alleanze tra i cardinali sono determinanti per l’ esito dell’ elezione, con possibili compromessi tra le diverse fazioni. La presenza di molti cardinali provenienti da regioni lontane da Roma può portare a una maggiore influenza delle realtà locali nella scelta del nuovo Papa. Rappresenta un momento di transizione per la Chiesa cattolica, chiamata a scegliere una nuova guida in un contesto di cambiamento e sfide mondiali. La composizione internazionale del collegio cardinalizio e le diverse sensibilità in gioco rendono l’ esito del voto sempre imprevedibile. Un’ ovvietà tipica del mondo umano, che la Chiesa occulta abilmente citando le vie misteriose dello Spirito Santo, che nella sua indubitabile provvidenza indicherà una figura che possa unire le diverse anime del Cattolicesimo e guidare la Chiesa nel futuro con saggezza e compassione.

Nessun commento:

Posta un commento