«Le numerose voci
riguardanti il disco volante sono diventate realtà ieri quando l’ Intelligence
del 509º Bomb Group dell’ Ottava Air Force, Roswell Army Air Field, ha avuto la
fortuna di entrare in possesso di un disco volante con la collaborazione di uno
degli allevatori locali e dello sceriffo di Chaves County. L’ oggetto volante è
atterrato in un ranch vicino a Roswell la scorsa settimana. Non avendo un
telefono, l’ allevatore ha tenuto il disco fino a quando non è stato in grado di
contattare l’ ufficio dello sceriffo, che a sua volta lo ha riferito al
Maggiore Jesse A. Marcel del 509º Bomb Group Intelligence Office. Sono
immediatamente scattate misure e il disco è stato subito prelevato a casa dell’
allevatore. E’ stato perquisito dalla Roswell Army Air Field e successivamente
trasportato dal maggiore Marcel al quartier generale più alto.» San Francisco
Chronicle, 9 luglio 1947;
Uno scorcio della cittadina di Roswell; |
A
trecento chilometri a sudest di Albuquerque, nel Nuovo Messico, sorge la
cittadina di Roswell, capoluogo della contea di Chaves. Un tempo insediamento
di fattorie e allevamenti dediti alla produzione di latte e alla manifattura,
oggi vanta discreti profitti anche dall’ attività petrolifera, grazie ai vari
giacimenti scoperti nel corso degli anni.
Analogamente
ad altre piccole città e paesi, Roswell, fondata nel 1869 dall’ uomo d’ affari Van
C. Smith, che le diede il nome di battesimo di suo padre, e dal suo socio Aaron
Wilburn, nei pressi di un insediamento del 1865 di pionieri venuti dal Missouri
poi trasferitisi per mancanza d’ acqua, un tempo si godeva la sua tranquillità
tipicamente «periferica», che la rendeva dimora ideale per semplici contadini e
bovari che desideravano vivere immersi nella pace e nella tranquillità
ricordando con nostalgia i bei tempi del vecchio West, tra pionieri, esploratori,
cowboy, cercatori d’ oro, pellegrini di chiese e movimenti religiosi e nativi
americani. Tuttavia, a partire dal 1947 balzò agli onori della cronaca a
seguito di un misterioso incidente ancora oggi molto dibattuto che legò il suo
nome a segreti pericolosi, complotti e, soprattutto, a ipotesi di sbarchi
alieni e incontri ravvicinati.
Nel
1952, l’ Aeronautica militare statunitense coniò il termine UFO, formato con le
iniziali di Unidentified Flying Object, ossia «oggetto volante non
identificato», usandolo in riferimento a fenomeni aerei le cui cause e natura
rimangono ignote nonostante le verifiche degli esperti. A seguito delle crescenti
segnalazioni avvenute nel 1947, il termine si accostò sempre più a quello di
«disco volante», divenendone praticamente un sinonimo. E proprio in quegli anni
Roswell divenne una Mecca per chiunque creda nei dischi volanti, nei contatti
con gli alieni e nelle teorie del complotto secondo cui sulla Terra vi sarebbe
una forte presenza extraterrestre accuratamente occultata da vari governi,
soprattutto quello statunitense.
Durante
la Seconda Guerra Mondiale, molti piloti dell’
Aeronautica militare statunitense e britannica dissero di essere stati
accompagnati in volo da strani fenomeni luminosi, che in un primo momento attribuirono
ad armi segrete nemiche. I Foo fighter, ossia «caccia infuocati», come vennero
chiamati dagli stessi piloti, si rivelarono innocui, nondimeno furono capaci di
spostarsi a velocità notevole compiendo manovre ai limiti delle leggi fisiche:
i piloti del tempo dissero con chiarezza di non essere in grado di fare
altrettanto. Gli esperti li attribuirono a fenomeni ottici generati da aloni di
luce o di fuoco. In particolare, durante la Battaglia di Los Angeles, alla fine
del febbraio 1942, nei cieli californiani si verificarono diversi allarmi aerei
che vennero attribuiti agli aerei giapponesi, ma dopo il 1945 si seppe che le
forze armate nipponiche non avevano lanciato alcun attacco, e i falsi allarmi
vennero attribuiti a palloni meteorologici. In seguito, nel 1946, vennero
avvistati nei cieli della Scandinavia numerosi oggetti a forma di razzo, i «razzi
fantasma», probabilmente meteore o lanci sperimentali di razzi sovietici.
Il 24 giugno 1947, l’ aviatore statunitense Kenneth A. Arnold
riferì di aver visto nove oggetti volanti volteggiare in schieramento mentre, a
bordo del suo CallAir A-2, svolgeva le ricerche di un velivolo militare
disperso nei pressi del Monte Rainier, nello Stato di Washington: gli oggetti erano
luci intermittenti, come se stessero riflettendo i raggi solari, la loro
avanzata era irregolare e volavano a velocità assai elevata. Pur non essendo il
primo in materia, il rapporto di Arnold venne ampiamente diffuso dai mezzi di
comunicazione del tempo, e si tende a pensare che questa notizia abbia
notevolmente stimolato l’ interesse nei confronti del fenomeno ufologico. Nelle
settimane successive al suo avvistamento, furono presentati numerosi altri
rapporti ufologici, soprattutto quello relativo all’ avvistamento del 4 luglio
da parte del marinaio Frank Ryman, che scattò la prima foto ufficiale di un
UFO, che poi venne identificato come un pallone sonda, e quello del 7 luglio da
parte del pilota Vernon Baird che, accortosi di essere seguito da un oggetto
volante a forma di disco, eseguì con il suo aereo una manovra evasiva vedendo l’
oggetto volante perdere quota e precipitare. Le ricerche al suolo effettuate
dal distaccamento della base aerea di Bozeman non trovarono nulla, ragion per
cui l’ avvistamento di Baird venne spiegato come una burla o un errore di
percezione.
Secondo gli ufologi e i sostenitori delle teorie del complotto,
tutti questi avvenimenti sarebbero in qualche modo collegati al misterioso
incidente di Roswell.
Il luogo dello schianto misterioso; |
La notte del 1 luglio 1947, durante un violento temporale con
lampi e tuoni che illuminarono il paesaggio di Roswell, sui radar della Base
Aerea del 509esimo Bomb Group, di stanza alla vicina base Roswell Army Air
Field, appartenente all’ Aeronautica militare ed equipaggiata con testate
atomiche, apparvero strane tracce che sfrecciavano a velocità impossibili per
gli aerei militari del tempo, peraltro eseguendo manovre e cambiamenti di rotta
fulminei, scomparendo infine nell’ angolo opposto dello schermo. Le
attrezzature vennero subito controllate, ma si escluse l’ ipotesi di guasti e
malfunzionamenti, quindi le tracce indicavano un fenomeno reale ma ignoto e presumibilmente
pericoloso che attraversava lo spazio aereo statunitense. Anche alla base di White
Sands Missile Range, il centro di ricerca missilistica in cui l’ esercito
sperimentava le V2 sottratte ai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale,
rilevarono gli stessi inconsueti fenomeni sui radar, ma il problema si aggravò nei
giorni successivi, con l’ intensificazione crescente di tali fenomeni, inducendo
i comandi militari a credere che le basi segrete statunitensi fossero minacciate
da un nemico ignoto, munito di velivoli dalle capacità impressionanti.
Due giorni dopo, il 3 luglio, mentre seguitavano a osservare le
strane tracce sui radar, gli osservatori del 509esimo Bomb Group notarono
ulteriori tracce dall’ anomalo comportamento: tra una scansione e l’ altra del
fascio radar gli oggetti volanti si spostavano a velocità superiore alle
tremila miglia nautiche orarie. Mentre sull’ installazione si abbatteva una
lunga sequenza di lampi e tuoni, un segnale si diresse verso il quadrante
inferiore sinistro degli schermi, svanendo per un attimo per poi ricomparire
brevemente e cessare definitivamente: l’ oggetto volante era evidentemente
esploso e precipitato nel deserto. Nel frattempo, Bill McBrazel, un allevatore
di Roswell, trovò in uno dei suoi terreni un relitto dalla forma strana, ancora
caldo e parzialmente conficcato in profondità nel costone della scarpata, con
la coda in alto. Avvicinandosi scorse in terra tre piccole sagome grigio scuro,
ormai esanimi, gettate fuori da uno squarcio lungo la fiancata del mezzo:
quegli strani corpi erano lunghi circa un metro e venti, avevano mani a quattro
dita e una testa sproporzionata a forma di lampadina, con occhi enormi.
Incuriosito dalla natura del relitto e volendo evitare occhi indiscreti, il
bovaro lo occultò rapidamente e chiamò lo sceriffo di Roswell, George Wilcox,
che, reputandolo molto strano, informò a sua volta il maggiore Jesse A. Marcel,
del Servizio Informazioni del 509esimo Bomb Group. Gli ufficiali aeronautici
accorsero prontamente sul posto stabilendo un perimetro e valutando con cura il
materiale, che rimossero insieme a ogni traccia dell’ incidente, portando il relitto,
i detriti e i corpi alla base aerea di Wright Patterson. Il successivo 8 luglio
diedero un annuncio sorprendente: il misterioso avvenimento era stato provocato
da un disco volante. Tale dichiarazione fece subito il giro del mondo,
apparendo nei titoli di testa di tutti i giornali, ma il giorno dopo il
comandante generale della Eighth Air Force, Roger M. Ramey, ricevette una
protesta formale dal tenente generale Hoyt Vandemberg, vicecapo dell’ Aeronautica
militare, che lo mise al corrente della situazione lamentandosi per la
leggerezza degli ufficiali di Roswell, colpevoli di non aver mantenuto il
segreto sul ritrovamento. Presa subito in mano la situazione, Ramey sostenne
con fermezza che nell’ incidente era coinvolto un semplice pallone sonda appartenente
all’ Aeronautica, il Rawin, e che i corpi erano manichini usati durante la
sperimentazione di nuovi veicoli. Gli ufficiali che avevano parlato di un disco
volante furono duramente rimproverati dai piani alti dell’ Aeronautica: il
maggiore Marcel venne emblematicamente fotografato accanto ai rottami di un
vero pallone. Peraltro, una squadra di agenti dell’ FBI giunse sul posto per
indagare su quanto accaduto, confermando la tesi del pallone sonda e biasimando
più volte l’ incapacità del personale delle forze aeree che per primo aveva
indagato sull’ incidente. McBrazel e la moglie vennero interrogati su ciò che
avevano visto e costretti a mantenere un assoluto silenzio, cosa che fecero
sempre dal momento del loro rilascio.
Una scena del falso filmato diffuso da Ray Santilli; |
In seguito alla versione ufficiale del pallone sonda fornita dal
governo, l’ esercito bollò la tesi della caduta di un disco volante come una
diceria priva di fondamento: autorità civili e stampa si adeguarono a questa
versione dei fatti, i circa trecento testimoni dei fatti vennero zittiti e l’ incidente
venne presto dimenticato, anche dai ricercatori.
Tuttavia, nel 1978, il fisico e ufologo Stanton T. Friedman
intervistò il maggiore Marcel, che sostenne con convinzione l’ idea secondo cui
trentun anni prima i militari avessero insabbiato il recupero di un’ astronave
aliena. Tali affermazioni trovarono ampia risonanza negli ambienti ufologici, e
a partire dagli Anni Ottanta suscitarono un interesse sempre crescente. Il caso
esplose a livello mondiale nel 1991, quando Ray Santilli, musicista e produttore
cinematografico britannico figlio di un italiano stabilitosi nel Regno Unito
dopo la Seconda Guerra Mondiale, diffuse un filmato in bianco in nero che
ritraeva l’ autopsia da parte di due medici sul cadavere di uno dei tre alieni rinvenuti
accanto al relitto. Tali riprese fecero subito molto clamore, tanto che vennero
trasmesse sulle reti televisive di tutto il mondo, ma in Italia venne mandato
in onda solo nel 1994, nel corso della trasmissione «Misteri», su Rai 2. A seguito
di vari studi condotti sui fotogrammi e l’ ambientazione del presunto
laboratorio, però, gli esperti bollarono le riprese come un falso: telefoni,
prese elettriche e altri dettagli inquadrati risultarono infatti anacronistici
rispetto al 1947, e altri contestarono il modo rozzo e impreciso con cui i
presunti medici utilizzavano gli strumenti per l’ autopsia. Lo stesso Santilli ammise
che il filmato era un falso girato con un amico, pur sostenendo che ne
esistesse un originale, ormai in pessime condizioni.
Copia del Daily Record dell' 8 luglio 1947; |
A seguito delle indagini del Congresso degli Stati Uniti, il
General Accounting Office aprì un’ inchiesta e impose all’ Ufficio del
Segretario dell’ Air Force statunitense di eseguire un’ indagine interna, i cui
risultati vennero riassunti in due relazioni: la prima, «The Roswell Report:
Fact versus Fiction in the New Mexico Desert», presentata nel 1995, sostenne
che i materiali recuperati nel 1947 erano residui di un programma segreto del
governo, il Progetto Mogul, che utilizzava particolari microfoni collegati a
palloni sonda posti ad alta quota destinati a rilevare le onde sonore generate
da missili balistici sovietici o esperimenti nucleari nell’ atmosfera, pertanto
il pallone sonda caduto a Roswell sarebbe stato il Mogul numero 4, lanciato
dalla base di Alamogordo; la seconda, «The Roswell Report: Case Closed»,
consegnata nel 1997, concluse invece che i corpi recuperati fossero manichini
antropomorfi usati nei programmi militari come il Project High Dive, del 1950,
e che le storie successive alimentate dai sostenitori delle teorie ufologiche crearono
un’ ondata di disinformazione su quel che accadde veramente a Roswell.
Ma ormai la vicenda era condizionata dalle teorie del complotto e
dalle congiure del silenzio: ancora oggi l’ unico dato certo è la fretta con
cui militari presero in custodia il misterioso oggetto caduto e la fermezza con
cui misero tutto a tacere. Negli anni la teoria del disco volante e dei
cadaveri alieni venne sempre più sostenuta dalle dichiarazioni di ufficiali,
agenti segreti e scienziati a loro dire desiderosi di rompere il muro del silenzio:
nel 2012, ad esempio, Chase Brendon, ex agente della CIA, sostenne di aver
visto alcuni documenti segreti che confermerebbero la tesi dell’ incidente
ufologico:
«Non era un maledetto pallone meteorologico. Era una navicella che
evidentemente non è venuta da questo pianeta. Non ho dubbi neanche per un
secondo che l’ uso della parola ‘resti’ e ‘cadaveri’ era esattamente ciò di cui
la gente coinvolta parlava.».
Nello stesso anno si fece avanti Richard French, tenente
colonnello dell’ Aeronautica militare, che confermò la pista aliena affermando
che in realtà i dischi fossero addirittura due, e non uno soltanto. Nel luglio
2014, un mese prima di morire, lo scienziato Boyd Bushman, per anni operante
nell’ Area 51, rilasciò un filmato in cui mostrò alcune fotografie di alieni che
reputava attivi nel famoso centro militare, a stretto contatto con personale
umano, nell’ ambito di un programma segreto in cui sarebbe stato coinvolto il
governo statunitense.
Infinite possibilità... |
Comunque siano andate le cose, Roswell divenne rapidamente un
simbolo delle cospirazioni governative per alcuni, e delle continue negazioni a
proposito dei contatti tra umani e alieni per altri. La sua vicenda ispirò
romanzi, film, telefilm e documentari, tra cui il film «Roswell» di Jeremy
Kagan e i telefilm «Star Trek: Deep Space Nine», «Stargate SG-1» e «Roswell», e
venne citata in film quali «Independence Day» e «2012». Ricca di siti
archeologici e storici, di eventi speciali e manifestazioni sportive, di musei,
arte e cultura, senza dimenticare l’ International UFO Museum and Research
Center, dove si rievoca il mistero del 1947, questa semplice cittadina attira ogni
anno migliaia di curiosi e appassionati di ufologia che alimentano l’ economia
turistica locale: il Festival del 2007, in occasione del sessantesimo
anniversario dell’ incidente, vide la presenza di cinquantamila persone.
Non rimane che chiedersi se un giorno questo grande mistero verrà
chiarito una volta per tutte. Forse in futuro i fascicoli riservati su casi
come questo verranno resi noti al pubblico, ma quale verità ne emergerà? Quanto
di tutto quello che è stato detto dal 1947 fino a oggi verrà confermato, e
quanto sarà invece smentito? Probabilmente dovremo solo imparare a confidare
nel vecchio proverbio secondo cui il tempo è galantuomo: prima o poi ristabilisce
la verità, ripara i torti, e medica ogni cosa. Bisogna solo saper attendere…
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