Orson Welles da giovane; |
«La
guerra dei mondi», romanzo di fantascienza pubblicato nel 1897, è una delle
opere migliori e più note del mio romanziere preferito, Herbert George Wells.
Indipendentemente dalla vicenda fantastica e fantascientifica, improntata sull’
invasione della Terra da parte dei marziani, intenti a farne una colonia dopo
averci spazzati via, sono rimasto notevolmente impressionato dal messaggio di
fondo che Wells affidò alle pagine di questa storia, ossia il netto rifiuto
della superiorità umana sull’ universo: gli umani provano un profondo senso di
terrore e raccapriccio di fronte alle micidiali e invincibili macchine da
guerra marziane, e si sentono inevitabilmente vulnerabili di fronte a un
progresso infinitamente superiore animato dalla potenza materiale e dall’
utile, capace di spazzare via ogni traccia di sentimento, giustizia e pietà,
procurando solo distruzione e morte.
Per un beffardo scherzo del destino, appena il titolo dell’ opera viene menzionato la gente pensa all’ indimenticabile sceneggiato
radiofonico tenuto da Orson Welles nel 1938, regista e attore di Chicago, che allora aveva ventitré anni, ma nessuno tende mai a considerare il libro di Wells o il primo adattamento del 1953 di Byron Haskin, tanto meno la rappresentazione
musicale di Jeff Wayne del 1978, con la voce di Richard Burton. L’ impresa
artistica di Welles pose in evidenza meglio di
tante altre cose la notevole credulità della gente…
Tripode marziano in azione; |
Durante
gli Anni Trenta, la CBS, una delle maggiori emittenti statunitensi, proponeva
la lettura di romanzi famosi all’ interno del programma settimanale Mercury
Theatre on the Air, e il 29 ottobre 1938, alle ore venti in punto, mandò in
onda l’ adattamento della narrazione di Wells, preparato da Howard Koch, che ne
riambientò la vicenda negli Stati Uniti al tempo presente, sotto forma di
notiziario speciale che a tratti si inseriva sopra gli altri programmi del
palinsesto radiofonico per fornire aggiornamenti sull’ atterraggio delle
astronavi marziane nella località di Grovers Mill, nel New Jersey.
A
dispetto della sua forte verosimiglianza, Welles, regista e produttore del
programma, lo ritenne piuttosto noioso, e lo propose soltanto perché sprovvisto
di materiale alternativo. Dopo l’ avviso trasmesso all’ inizio del programma,
che parlava chiaramente di un adattamento radiofonico, la musica venne ripresa
e interrotta varie volte da altri comunicati sempre più concitati e allarmanti,
e venne peraltro inscenata l’ intervista ad un astronomo. La trasmissione
proseguì seguendo la trama del romanzo di Wells, fino alla conclusione che
vedeva inaspettatamente sconfitti gli invasori spaziali. Molto prima che il
programma radiofonico si concludesse, però, tra gli ascoltatori si era già
scatenato il panico nella convinzione che stesse veramente avvenendo uno sbarco
di marziani ostili nel territorio statunitense, e sui quotidiani del giorno
dopo si parlò di strade bloccate dalla gente che fuggiva ovunque e di uomini
armati fino ai denti, pronti a combattere gli invasori. Vi fu persino una donna
che decise di suicidarsi per non essere violentata dai marziani…
Welles
non aveva architettato alcuno scherzo, e neppure aveva previsto le possibili
reazioni dei radioascoltatori. Al termine della trasmissione si recò
tranquillamente in un vicino teatro per prendere parte alle prove serali di uno
spettacolo, venendo a conoscenza soltanto il giorno dopo del pasticcio
infernale scatenato dalla sua interpretazione:
«Furono
le dimensioni della reazione ad essere sbalorditive. Sei minuti dopo che
eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano: da
Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni e si lacerava gli abiti per
strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New
Jersey, che avevamo sottovalutato l’ estensione della vena di follia della
nostra America.».
Il
risultato diede enorme pubblicità a questo giovane e valente artista, tale da
indurre la RKO ad offrirgli un contratto per la realizzazione di ben tre film a
Hollywood. Addirittura, tempo dopo, il celebre critico cinematografico francese
André Bazin sostenne esplicitamente che l’ avvenimento ebbe una tale risonanza
che il 7 dicembre 1941, quando l’ aviazione giapponese attaccò la base navale
statunitense di Pearl Harbor, molti statunitensi pensarono ad uno scherzo di
pessimo gusto…
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