giovedì 7 settembre 2023

Intervista a Totò



Totò, una leggenda della comicità italiana, famoso per il suo umorismo unico e il talento versatile, ci accoglie per un’ intervista cordiale che promette di farci riflettere. Con una carriera che spazia dal teatro al cinema e alla televisione, il «principe della risata» è indubbiamente uno degli attori più iconici dello spettacolo italiano. Attraverso la sua abilità nel creare personaggi stravaganti e il suo linguaggio comico spontaneo è stato in grado di conquistare il cuore di intere generazioni. La sua comicità travolgente è una mescolanza esplosiva di satira sociale, giochi di parole e mimica corporea brillante. Ma dietro il suo viso buffo si nascondono una sensibilità e una profonda intelligenza artistica che gli hanno permesso di superare i confini dello schermo e diventare una voce di denuncia sociale. Totò ci offre uno sguardo intimo sulla sua vita e la sua carriera, e promette di farci vivere un’ avventura comica che resterà impressa nella nostra memoria.


Buongiorno, siamo molto felici di parlare con lei oggi. Vorremmo che ci parlasse brevemente della sua carriera. Come è diventato così famoso nel mondo dello spettacolo?


«Grazie per l’ invito! Sono diventato famoso perché sono nato con un’ innata propensione alla comicità. Fin da piccolo facevo ridere mio nonno, che poveretto, non riusciva nemmeno a bere il caffè senza sputarlo fuori dalle risate!».


Ci può raccontare un momento particolarmente importante della sua carriera, qualcosa che l’ ha segnata?


«Certo, ero sul palco a teatro e dovevo recitare una battuta irresistibilmente divertente, ma mentre iniziavo a parlare, mi accorsi che mi ero scordato la battuta! Allora ho improvvisato dicendo: ‘Mi seccate con queste risate, lasciatemi finire!’. E beh, credetemi, tutti si sono piegati dal ridere! Quel momento mi ha insegnato l’ importanza dell’ improvvisazione e di saper prendere in giro me stesso.».


Tra le sue caratteristiche più note vi sono i suoi giochi di parole, che l’ hanno resa un’ icona del mondo della comicità italiana. Come ha sviluppato questa abilità?


«I miei giochi di parole fanno parte della mia natura intrinseca. Fin da piccolo amavo giocare con le parole, cercando di trovare nuovi significati e combinazioni divertenti. Ho affinato questa abilità negli anni, sperimentando e studiando il linguaggio in tutte le sue sfumature.».


Questi giochi di parole spesso si legano alla sua satira sociale, che l’ ha resa celebre non solo come comico, ma anche come critico sociale. Qual’ è il suo approccio nel creare una satira così pungente?


«La satira sociale è una forma d’ arte che permette di mettere in luce gli aspetti più ridicoli e ipocriti della società. Io cerco di farlo attraverso l’ umorismo, perché penso che sia importante far riflettere le persone senza essere troppo pesanti. Il mio approccio consiste nel prendere situazioni e personaggi reali, amplificarli e presentarli in modo grottesco. In questo modo, posso spingere il pubblico a riflettere su alcuni aspetti che altrimenti potrebbero passare inosservati.».


Altra caratteristica distintiva del suo stile comico è la tua mimica corporea, che riesce a comunicare così tante emozioni senza pronunciare una parola. Come ha sviluppato questa abilità?


«La mia mimica corporea è sempre stata una parte essenziale del mio modo di comunicare sul palco. Anche quando ero giovane, ho capito che le espressioni del viso e i gesti possono essere altrettanto potenti di qualsiasi battuta. Ho trascorso ore davanti allo specchio, studiando i miei movimenti e cercando di renderli più espressivi. Anche l’ osservazione della vita quotidiana mi ha aiutato molto, perché le persone reagiscono alle situazioni in modo molto variopinto, e io ho cercato di cogliere tutte queste sfumature e renderle accessibili al mio pubblico.».


Che consiglio darebbe ai giovani comici che vogliono intraprendere la sua strada?


«Guardate, ragazzi, la comicità è un mestiere molto serio, ma non bisogna prenderlo troppo sul serio. L’ importante è trovare sempre il lato divertente delle cose e non aver paura di mettersi in ridicolo. Siate spontanei, creativi e mai finti! E ricordate, se riuscite a far ridere anche una pietra, allora sarete dei grandi comici! Ricordatevi, la vita è una commedia, e dovremmo trascorrerla ridendo!».


Qual è, secondo lei, il segreto per farsi amare dal pubblico?


«Il segreto è sedersi al tavolo con il pubblico e farlo ridere di gusto. Bisogna saperlo conquistare, come si conquista una bella donna. Divertitevi con lui, coinvolgetelo e fatelo sentire speciale. E ricordate, le risate sono come gli abbracci, possono toccare il cuore delle persone!».


Quale è stata la sua intenzione principale nello scegliere i progetti cinematografici in cui ha recitato?


«Innanzitutto, vorrei dire che era quella di far sorridere e divertire il pubblico. Amo portare un po’ di leggerezza e allegria nelle vite delle persone, anche solo per qualche istante. Il mio obiettivo principale è far dimenticare le preoccupazioni della quotidianità e regalare un momento di svago.».


E’ importante per lei che i suoi film abbiano un messaggio o un significato più profondo?


«Assolutamente. Anche se il mio scopo principale è di far ridere, non intendo che i miei film siano solo spettacoli leggeri. Spesso cerco di dare un messaggio, una critica sociale o politica, con le mie storie e i miei personaggi. Vorrei far riflettere il pubblico sulle questioni importanti della società, usando il linguaggio della commedia per renderlo più accessibile a tutti.».


Ci ricorderebbe qualche esempio di film in cui ha cercato di trasmettere un messaggio più profondo?


«Potrei citare ‘Miseria e nobiltà’, dove metto in risalto le ingiustizie sociali e le difficoltà che le persone più umili devono affrontare. E’ una commedia brillante con una trama molto divertente. Mi sono divertito tantissimo sulla scena e credo che il pubblico abbia amato il film proprio perché si trattava di un perfetto miscuglio di comicità e satira sociale. Oppure ‘Guardie e ladri’, in cui critico la corruzione e l’ abuso di potere. Anche in ‘Totò, Peppino e la malafemmina’ affronto tematiche come il ruolo delle donne nella società e l’ amore incondizionato.».


Quali sono le sue influenze nel mondo del cinema? Ci sono registi o attori che ammira particolarmente?


«Ammiro moltissimo Charlie Chaplin. Il suo modo di combinare comicità e dramma era unico. Ho anche tratto ispirazione dal cinema di Buster Keaton e di Stanlio e Ollio. Ogni attore o regista che riusciva a creare una connessione emozionale con il pubblico è sempre stato una fonte di ispirazione per me. Ammiro l’ abilità di far ridere e piangere allo stesso tempo.».


Cosa spera che il pubblico provi o impari attraverso i suoi film?


«Spero che il pubblico si senta alleggerito e felice dopo aver visto i miei film. Voglio che ridano e si divertano, ma spero anche che riflettano su ciò che è stato rappresentato. Vorrei che prendessero coscienza delle ingiustizie, delle ipocrisie e dei problemi della società, e che magari anche tentino di cambiarli. Ma, soprattutto, che portino a casa con loro uno spirito positivo, perché la risata è un’ arma potente per affrontare la vita.».


Qual’ è stato il momento più emozionante per lei sulla scena di un film?


«E’ difficile scegliere un solo momento emozionante, ma se devo dirne uno, direi quando ho ricevuto il premio come miglior attore per il film ‘Guardie e Ladri’. E’ stato un riconoscimento incredibile per il mio lavoro e mi ha reso molto orgoglioso.».


Quale è stato il suo film preferito in cui hai lavorato, e perché?


«E’ ancora più difficile scegliere un film preferito, ma se devo dirne uno, direi ‘Miseria e Nobiltà’.».


Interessante. Passando ad un argomento diverso, vorrei chiederle cosa pensa dell’ evoluzione del cinema italiano nel corso degli anni.


«Penso che il cinema italiano abbia fatto grandi progressi. Ci sono stati periodi di grande successo e altri di crisi, ma quello che caratterizza la cinematografia italiana è la creatività. Abbiamo prodotto opere che hanno lasciato un segno nel mondo del cinema e abbiamo talenti straordinari che si distinguono in tutto il mondo. Tuttavia, credo che ci sia ancora molto da fare per promuovere e sostenere il cinema italiano a livello internazionale.».


Ha ragione, il cinema italiano ha avuto un impatto significativo sulla cultura cinematografica globale! Quale consiglio darebbe agli aspiranti attori che vogliono seguire le sue orme?


«Il consiglio che darei è di seguire la propria passione e di non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà. E’ un mestiere difficile, ma se si è disposti a lavorare duro e a dedicarsi interamente all’ arte dell’ interpretazione, allora si può raggiungere il successo. E’ importante studiare, prendere lezioni e affinare continuamente le proprie capacità. E, soprattutto, bisogna credere in sé stessi e non arrendersi mai.».


Quanto è importante per lei essere un nobile? E quali significati riconosce alle buone maniere?


«Essere un nobile non è solo una questione di titoli o di status sociale. Rappresenta un’ autentica eredità culturale, una tradizione di valori e di principi che mi sono sempre stati cari. Le buone maniere sono fondamentali per avere rispetto e dignità nella vita quotidiana. Le considero un ponte tra le persone e un modo per esprimere rispetto reciproco. Certo, può sembrare paradossale per un comico come me essere così attento alle buone maniere, ma le vedo come una forma di arte e di rispetto verso il prossimo.».


La nobiltà quindi non è una questione di titoli ereditari.


«Per me, la nobiltà è un’ aspirazione all’ elevatezza morale, all’ educazione e al rispetto per gli altri. Certo, la nobiltà ereditaria ha avuto la sua importanza in passato e non posso negarne l’ esistenza, ma quello che mi preme sottolineare è che non è sufficiente essere nobili per nascita. La vera nobiltà risiede nell’ animo e nelle azioni di un individuo. Per me, la vera nobiltà si esprime attraverso l’ atteggiamento di una persona nel suo rapporto con gli altri, implica comportarsi in modo gentile, rispettoso e generoso, sempre con uno sguardo rivolto verso il bene comune. La nobiltà è la saggezza, la modestia e la bontà d’ animo.


Perché pensa che sia così importante essere nobili, intesa nel suo senso, nella vita di tutti i giorni?


«Beh, secondo il mio punto di vista, quando una persona è nobile nel vero senso della parola, è in grado di influenzare positivamente il suo ambiente sociale. Un nobile di spirito diffonde gentilezza, rispetto e umanità, creando così un contesto sociale migliore. Inoltre, la nobiltà di atteggiamento e comportamento porta con sé anche una speciale responsabilità verso gli altri e il mondo. Essere nobili significa agire con integrità, aiutare coloro che sono meno fortunati e lavorare per il bene delle persone che ti circondano.».


Quindi la nobiltà è una sorta di obbligo morale.


«Esattamente. Sì, la nobiltà richiede responsabilità. Si tratta di un traguardo da raggiungere nella propria vita, sempre consapevoli delle nostre azioni e del loro impatto sulle altre persone. Essere nobili ci spinge a fare del nostro meglio per contribuire a un mondo migliore.».


Grazie per aver condiviso con noi la sua visione sulla nobiltà. Le sue parole fanno riflettere su quanto l’ atteggiamento e l’ integrità possano fare una differenza nel mondo. Come si sente in un mondo che si sta impoverendo socialmente e culturalmente?


«Mi rattrista profondamente vedere il progressivo impoverimento sociale e culturale della società. Vedo svanire lentamente quei valori che consideravo fondamentali per la coesione sociale. Il mio intento è sempre quello di intrattenere il pubblico, ma anche di indurre una certa riflessione e consapevolezza sui cambiamenti che hanno luogo intorno a noi. Cerco di far sorridere la gente, ma anche di farle prendere coscienza delle ingiustizie e delle contraddizioni del mondo. La mia comicità ha anche una componente satirica e critica nei confronti di una società che sta perdendo il suo equilibrio.».


Grazie infinite per questa gradevolissima intervista. E’ stato un onore parlare con lei e scoprire di più su ciò che voleva trasmettere con i suoi film.


«Grazie a voi per avermi dato questa opportunità. Spero che i miei film continuino a far sorridere e a far riflettere chiunque li guardi. La commedia è un dono prezioso, e sono felice di aver potuto condividerla con il pubblico.».